lunedì 13 maggio 2013

Treviso, non paga 12 €, Equitalia gli manda una multa di 1000 €


Treviso, non paga 12 €, Equitalia gli manda una multa di 1000 €

Un commercialista di un commerciante, nel trevigiano, ha compiuto un errore nel calcolo delle rate dell'Irpef. Equitalia avvia un procedimento e gli corrisponde una multa salatissima

Treviso, non paga 12 €, Equitalia gli manda una multa di 1000 €
Treviso, non paga 12 €, Equitalia gli manda una multa di 1000 €
 
Non paga una somma di 12 euro e si vede recapitata una multa da mille euro. Sembra quasi incredibile ma è successo veramente ad un commerciante trevigiano nei giorni passati. Tutto ha inizio quando arriva la lettera dell’Irpef, che chiede il pagamento per il 2102. Come previsto dalla legge, il commerciante chiede la rateizzazione dell’importo, iniziando a versare dal mese successivo, dal 16 giugno, con lamaggiorazione dello 0,4% su ogni rata. Sembra essere tutto in regola, se non fosse che un errore nel calcolo di ogni rata fa sì che lì’importo complessivo sia inferiore del dovuto di 12 euro. Il commerciante aveva infatti deciso di versare 4 rate da 2600 euro l’una. Il commercialista, insieme al commerciante credano tutto si possa risolvere a posteriori, versando successivamente un importo da 12 euro, la somma che mancava. Ma non è così facile. Equitalia infatti ha già calcolato una mora ben più gravosa delle rosee previsioni fatti dal commerciante e dal suo commercialista. L’importo della sanzione infatti è di 968,82 euro più 26,06 di interessi. Tutto da pagare subito. Sono illuminanti, per spiegare l’accaduto, le parole di Luca Girotto, il commercialista. “Non aver versato tre euro per ogni rata, un banale errore di calcolo fatto da un altro commercialista, per l'Agenzia equivale ad aver versato l'intera somma in ritardo. Un danno per l'erario insomma. Quindi per calcolare la sanzione non hanno tenuto conto dei dodici euro complessivi, ma dell'intero importo. Sono stato un'ora al telefono per tentare di capire quale motivazione può esserci per un conteggio simile, ma la verità è che non ne hanno. Hanno detto che il sistema informatico ha calcolato così. Non nascondo che sono molto arrabbiato”. Il commerciante non avrebbe l’intenzione di sborsare la somma, che gli è apparsa, come uno sproposito. Per questo ha deciso di presentare ricorso presso la Commissione tributaria. “Si, la giurisprudenza in questi casi dà praticamente sempre ragione al ricorrente, però la Commissione tende anche a compensare le spese e quindiil commerciante dovrà comunque pagare il professionista che lo seguirà. Una cosa incredibile, soprattutto se si tiene conto del periodo di crisi che stiamo vivendo”. Una piccola svista quindi, che però, seguendo un iter burocratico e un calcolo poco chiaro, moltiplica la somma dovuta in modo esponenziale. 

Nessun commento:

Posta un commento