lunedì 13 maggio 2013

Carte di credito e bancomat, truffati e (non) rimborsati?


Carte di credito e bancomat, truffati e (non) rimborsati?

13/05/2013 - Cosa succede quando ti rubano i soldi dal conto. E perché in molti casi è difficile farsi restituire i soldi. Anche quando se ne avrebbe diritto. Grazie a leggi e leggine che favoriscono sempre le aziende

Carte di credito e bancomat, truffati e (non) rimborsati?
L’uso illecito di bancomat e carte di credito altrui è un fenomeno relativamente frequente, qualsiasi cosa ne dicano le banche e i gestori, i quali tendono generalmente a minimizzare, negare, e in alternativa, attribuire una dose di colpa all’utente medio, notoriamente imprudente e sprovveduto. Le cronache intanto continuano a raccontare di sistemi informatici “bucati” dai pirati, delle azioni bande organizzate che manomettono gli sportelli bancomat, di intrusioni clamorose in ambienti super-protetti.
CARTE DI CREDITO E BANCOMAT – Si corre ai ripari con procedure sempre più complicate, protocolli costantemente aggiornati, tecnologie riprogettate e modulate man mano che dall’altra parte, i malviventi scoprono il modo di aggirare le sicurezze. E poi ci sono i consigli agli utenti, importanti ma quasi sempre insufficienti per scongiurare il pericolo. A volte sono persino banali. Tipo: se leggendo il tuo estratto conto ti accorgi che ti hanno prosciugato il patrimonio giocando ai cavalli a tua insaputa, è meglio che ti rechi dai Carabinieri per sporgere denuncia. Ma non sarà che esiste da sempre un inseguimento tra “buoni” (le banche, le Poste e altri emittenti) e i cattivi , i quali, a colpi di trovate geniali, soluzioni per superare le barriere fisiche, elettroniche o informatiche riescono a entrare nei conti correnti o nel conto della carta ricaricabile senza che l’utente sia necessariamente uno sbadato incapace di proteggere i propri soldi?
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LA CLONAZIONE DELLE CARTE DI CREDITO – Ciò che chiamiamo, a volte in modo improprio, “clonazione” della carta di credito, indica in verità un concetto generale che comprende la maggior parte delle modalità che hanno il solo fine di appropriarsi del denaro disponibile. Sono diventati di uso comune termini anglosassoni come “sniffing, “phishing” ed altri, che individuano varie tecniche di truffa o intrusione illecite. Inutile stare a spiegare qui di cosa si tratti, perché la rete è piena di queste informazioni. Qualche esempio su “come agiscono i malviventi” si può trovare su questo utile documento messo a disposizione dalla Polizia di Stato.
COSA FARE IN CASO DI TRUFFA - Quando vai allo sportello per segnalare che qualcuno ha usato la tua carta di credito e utilizzato il tuo denaro, hai generalmente due speranze: quella che ti rimborsino ciò che ti è stato sottratto, e la speranza che il colpevole sia individuato e paghi per il suo gesto. Probabilmente sarebbe necessario considerare anche una terza categoria, ovvero quella di chi pensa che sia giusto che il colpevole paghi in qualche modo, anche in senso astratto: e in questo caso, a leggere i commenti nei forum, la fantasia circa le qualità umane degli autori delle truffe, la storia familiare dei criminali e le sorti che le vittime augurano ai colpevoli, sembra non avere limiti. La scena-tipo è la seguente. Impiegato: “Il suo computer ha il sistema operativo aggiornato? Ha l’antivirus, il firewall, l’anti-spy? Quando usa la sua carta è contemporaneamente connesso a uno o più social network? I siti che ha visitato avevano il bollino di sicurezza, il simbolo del lucchetto, il protocollo https? Ha dato a qualcuno i suoi dati, ha scritto i numeri della carta negli appositi spazi? Controlla sovente il suo estratto conto, ha abilitato il servizio sms, ha gettato inavvertitamente gli scontrini relativi alle sue operazioni con la carta? Ha verificato che la sua carta sia passata dal pos una sola volta durante i suoi acquisti, ha mai perso di vista la sua carta, fornito i suoi dati a sconosciuti, ha risposto ad una eventuale e-mail con la quale le chiedevano le password? Ha esaminato con estrema attenzione i dati dei siti sui quali ha fatto gli acquisti, ragione sociale ubicazione della sede eccetera? Ha fatto tutto questo? Ne è v-e-r-a-m-e-n-t-e sicuro?”.
IL RISARCIMENTO – Secondo tale logica, chi segue tutti i consigli, difficilmente diventerà una vittima. Difficile, ma non impossibile, anche se tutti gli istituti bancari e le Poste, giurano che il loro “sistema” è super sicuro e inaccessibile, a meno che il cliente non commetta imprudenze. Che è anche un modo per cercare i cavilli, quando chiedi il risarcimento. In verità le banche sono generalmente assicurate contro questi eventi, per cui, in caso di problemi, seguendo le apposite procedure previste, presentando i documenti richiesti, di persona presso lo sportello, oppure a seconda dei casi, tramite raccomandata con ricevuta di ritorno, perfettamente compilati, datati e firmati, insieme alla denuncia presso le Autorità e una dichiarazione in cui disconosci le spese che ritieni di non aver sostenuto, ci sono buone possibilità di riavere i tuoi soldi.
LE CARTE PREPAGATE – Per le carte prepagate le cose si mettono peggio. In particolare le Poste Italiane, che gestiscono la carta prepagata più diffusa nel nostro Paese, la Postepay, sono tendenzialmente restie a rimborsare il maltolto. Anche quando riesci a dimostrare che non hai mai perso di vista la tua carta prepagata, non l’hai mai ceduta neanche a tua madre e che quel giorno, a quell’ora, ti trovavi in fondo all’Oceano Pacifico, nella Fossa delle Marianne, a bordo di un sommergibile nucleare e avevi difficoltà a connetterti a internet. Di solito è tutto inutile, nonostante la gentilezza e la comprensione dell’impiegato. Ci sono alcune associazioni di consumatori che hanno ingaggiato battaglie per risolvere anche questo tipo di contenzioso, tra cliente ed istituto che rilascia la carta. Sui rispettivi siti internet si possono rintracciare tutti i riferimenti normativi nazionali ed europei, pareri legali, qualche articolo nel quale si sbandierano trionfalmente sparuti casi risolti con il rimborso; ma fondamentalmente, anche se associazioni fanno ciò che possono, balbettando di sentenze, trasparenza degli istituti, interpretazioni, opinioni, circolari, diritti dei consumatori, il problema dei rimborsi è ancora lontano da essere risolto.
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ABC DELL’HACKING – Ma è davvero così facile per i malviventi compiere queste imprese? Sicuramente sono necessarie alcune doti, anche se bisogna dire che se l’Abc dell’hacking è alla portata della maggior parte degli utenti relativamente evoluti, il passo verso il crimine potrebbe non essere troppo lungo. La cosa un po’ più difficile è non lasciare tracce, in modo da non essere rintracciabili. Ma il sistema si trova. D’altra parte, la clonazione delle carte di credito, non è che una sola sfaccettatura del crimine informatico; il fenomeno è molto più vasto e articolato e interessa i siti internet in generale, fra i quali anche quelli di importanti istituzioni, che in teoria dovrebbero essere particolarmente protetti e tutelati. E’ notizia di pochi giorni fa, ad esempio, l’accesso non autorizzato nel sito della Farnesina, cioè del Ministero degli Affari Esteri, non di un profilo Facebook di cui qualcuno ha smarrito la password. Neanche i più importanti istituti di credito mondiali  sono risparmiati dal fenomeno, anche se, come al solito i documenti ufficiali e i comunicati stampa parlano di danni minimi e di nessuna ripercussione sui conti dei clienti. Occorre fidarsi.

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